Revisore cooperativo, l’Inrl plaude all’albo nazionale e pensa a corsi di formazione ad hoc


Da Gente in Movimento.

Son più di vent’anni che la delicata materia della vigilanza sugli enti coopera e mutualistici disciplinata dal Dlgs 220 del 2002 necessita di una radicale riforma  per un indispensabile adeguamento ai tempi e alla evoluzione normativa che il Governo è delegato ad adottare come previsto dal Ddl delega approvato dal Consiglio dei ministri  del 28 marzo scorso. Un atto dovuto in un contesto come quello del mondo delle cooperative che in Italia ricopre un ruolo strategicamente rilevante per l’assetto economico del sistema-paese. Vale la pena ricordare che il revisore delle cooperative avrà la funzione di controllare la situazione economica e gestionale della cooperativa, verificando la corretta tenuta della contabilità, la regolarità rispetto alle norme di legge e la conformità dei contratti associativi e dei rapporti di lavoro. Nello specifico il Ddl predisposto dal Mimit, Ministero delle Imprese e del Made in Italy contiene una vera e propria  riforma che  stabilisce l’istituzione di un apposito Albo Nazionale ed una serie di aggiustamenti normativi che mirano a rafforzare  la vigilanza sulle cooperative, grazie alla nascita di un Albo unico delle coop. Si prevede inoltre che in questo albo unico  dei revisori cooperativi debbano confluire quelli già esistenti oltre a consentire l’accesso  ai professionisti provvisti di abilitazione conseguita a seguito di corsi formativi di aggiornamento. In particolare potrebbero iscriversi i commercialisti, gli avvocati e i consulenti del lavoro dopo la frequenza di un corso di formazione abilitante. Da questo Albo potrebbe attingere il Ministero, con procedura di selezione pubblica, per rafforzare le file dei revisori già incaricati di vigilare sulla gestione delle cooperative cosiddette libere (che non fanno capo a centrali cooperative). E riguardo a questa riforma l’INRL, Istituto Nazionale Revisori Legali, ha già manifestato il proprio consenso – riportato con evidenza dal quotidiano economico ‘Il Sole24Ore’ – sostenendo che questa nuova regolamentazione rafforza ulteriormente il ruolo del revisore chiamato a svolgere la sua funzione di tutore della trasparenza e della legalità, nei termini e nelle modalità peraltro già stabilite da tempo dall’Unione Europea. Il pieno appoggio dell’istituto a tale riforma viene anche argomentato come un atto dovuto al variegato mondo delle cooperative che rappresentano un ‘patrimonio’ del sistema economico del paese e come tale deve essere preservato e mantenuto con le migliori aspettative possibili.

A tal proposito i vertici dell’INRL hanno già espresso la volontà di studiare un apposito percorso formativo che consenta agli iscritti interessati di specializzarsi in questo consulenza professionale. Il corso di formazione diventerebbe così parte integrante di quell’ampio ventaglio di servizi che l’Istituto pone a disposizione di tutti i suoi iscritti per consentire loro l’abilitazione e l’iscrizione all’albo nazionale.

E sull’importanza di questo settore in Italia possono bastare alcuni dati di riferimento: nel nostro paese sono state certificate circa 70.000 cooperative che danno lavoro a 1,3 milioni di persone per un fatturato che nel 2024 ha toccato i 170 miliardi di euro. Secondo Confcooperative, questo universo contribuisce in modo significativo all’economia nazionale rappresentando quasi l’8% del PIL. Inoltre  queste realtà producono il 25% dell’agroalimentare Made in Italy e l’80% della pesca, dimostrando il loro contributo cruciale alla filiera alimentare del Paese. Di fatto 1 prodotto su 4 che arriva sulle nostre tavole è prodotto dalle cooperative. Inoltre, le cooperative costituiscono oltre il 20% degli sportelli bancari in Italia, e le Banche di Credito Cooperativo (BCC) forniscono più del 20% del credito destinato ad artigianato, agricoltura e terzo settore. Di ogni 100 euro di credito concessi in Italia, ben 23 euro provengono da queste istituzioni. E in oltre 700 comuni le Banche di Credito Cooperativo sono gli unici sportelli bancari esistenti.  Da questi dati si evince l’importanza di poter assicurare un controllo contabile ed una corretta gestione di questo universo produttivo  fortemente radicato su tutto il territorio nazionale.

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