Da Euroconferencenews.it
La recente riforma fiscale ha segnato un passaggio importante per gli studi professionali, estendendo a questi ultimi il principio della neutralità fiscale nelle operazioni di riorganizzazione in società tra professionisti (STP). Conferimenti, fusioni e scissioni possono oggi essere realizzati senza generare effetti impositivi immediati, aprendo la strada a operazioni di pianificazione che fino a poco tempo fa risultavano penalizzate dal punto di vista fiscale.
In questo nuovo quadro, due istituti tributari assumono un rilievo particolare: la participation exemption (PEX) e la rivalutazione delle quote. Entrambi incidono sul trattamento fiscale delle plusvalenze da partecipazioni, ma lo fanno con logiche e presupposti profondamente diversi.La PEX rappresenta un meccanismo strutturale e permanente del sistema tributario, applicabile alle società ed enti commerciali soggetti a IRES. Il regime consiste nell’esenzione, ai fini IRES, del 95% delle plusvalenze realizzate dalla cessione di partecipazioni qualificate, a condizione che siano rispettati determinati requisiti: detenzione minima di dodici mesi, iscrizione delle partecipazioni tra le immobilizzazioni finanziarie nei bilanci dei tre esercizi precedenti, residenza della partecipata in Paesi non a fiscalità privilegiata ed effettivo esercizio di attività commerciale da parte della stessa.
L’effetto pratico è quello di ridurre in maniera significativa l’imposizione sul realizzo, pur imponendo un vincolo temporale che condiziona la libertà di pianificazione delle operazioni. La rivalutazione delle quote si colloca invece in un’ottica diversa. Si tratta di una misura straordinaria, inizialmente riproposta dal legislatore a intervalli regolari, rivolta principalmente a persone fisiche e soggetti IRPEF che detengono partecipazioni al di fuori del regime d’impresa. Tale istituto consente di rideterminare il costo fiscale delle partecipazioni attraverso una perizia giurata e il pagamento di un’imposta sostitutiva, attualmente pari al 18% (per un maggiore dettaglio sul funzionamento della rivalutazione delle quote si rinvia al precedente contributo “Cessione quote: validità e convenienza dell’istituto della rivalutazione” ).
Tale opzione è diventata permanente con la Legge di Bilancio 2025, la quale ammette la possibilità di rivalutare annualmente il valore fiscale di quote societarie possedute al 1° gennaio di ciascun anno a condizione che la perizia di stima ed il versamento dell’imposta sostitutiva vengano effettuate entro il 30 novembre dello stesso anno.
L’elemento di maggiore interesse che caratterizza tale istituto è rappresentato dal fatto che, per beneficiare dell’agevolazione fiscale, non è richiesto un periodo minimo di detenzione della partecipazione. Questo aspetto rende lo strumento estremamente flessibile, in quanto permette di pianificare fin da subito eventuali cessioni di quote rivalutate senza dover attendere un periodo prestabilito. Con l’introduzione della neutralità fiscale dei conferimenti degli studi professionali in STP, si aprono scenari di notevole interesse per il mondo professionale…
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