Crisi d’impresa e composizione negoziata: la dilazione semplificata dei debiti fiscali è una buona via d’uscita


In un articolo del co-direttore di ItaliaOggi, Marino Longoni, una disamina sulle dinamiche che si stanno prospettando per la composizione negoziata.

La rateizzazione dei debiti fiscali è diventata più semplice e può essere un buon escamotage all’apertura della composizione negoziata della crisi o può essere considerata una valida alternativa alla transazione fiscale che va, però, inserita in una procedura concorsuale.  Quest’ultima, infatti, pur consentendo una riduzione del debito tributario è pur sempre una procedura concorsuale con tutti i problemi che questo comporta. Innanzitutto, occorre la prova che la proposta è più conveniente, per i creditori, rispetto al caso di fallimento (o meglio, liquidazione). La Composizione negoziata, invece, per ottenere un eventuale stralcio richiede un consenso dei creditori che il fisco non può concedere perché la legge non lo prevede. Si tratta di procedure complesse, lunghe e costose (un buon professionista va pagato, soprattutto nelle procedure concorsuali, dove va pagato anche chi viene nominato dal tribunale).La rateizzazione dei debiti fiscali è diventata più semplice e può essere un buon escamotage all’apertura della composizione negoziata della crisi o può essere considerata una valida alternativa alla transazione fiscale che va, però, inserita in una procedura concorsuale.  Quest’ultima, infatti, pur consentendo una riduzione del debito tributario è pur sempre una procedura concorsuale con tutti i problemi che questo comporta. Innanzitutto, occorre la prova che la proposta è più conveniente, per i creditori, rispetto al caso di fallimento (o meglio, liquidazione). La Composizione negoziata, invece, per ottenere un eventuale stralcio richiede un consenso dei creditori che il fisco non può concedere perché la legge non lo prevede. Si tratta di procedure complesse, lunghe e costose (un buon professionista va pagato, soprattutto nelle procedure concorsuali, dove va pagato anche chi viene nominato dal tribunale).

Da metà luglio è invece in vigore una sorta di rateizzazione semplificata che consente di spalmare, in maniera automatica, i debiti fiscali fino a 120 mila euro su un massimo di 72 rate. Inoltre, in caso di più cartelle inferiori a questo importo, tutte possono essere spalmate in sei anni: un termine che, con i ritmi e le imprevedibilità che sempre più stanno caratterizzando i sistemi economici occidentali, è di gran lunga al di là di ogni seria previsione, sia in positivo che in negativo. Ma questo è vantaggioso per il contribuente che non è chiamato a fare piani d’impresa o piani finanziari.

Se da un lato la rateizzazione comporta l’obbligo di pagare interessi, sanzioni e imposte per l’intero importo dovuto, a differenza della composizione negoziata e della transazione fiscale dove sanzioni e interessi sono abbonati e magari si riesce ad ottenere uno sconto sul debito fiscale (nella transazione), non è però necessario dimostrare e allegare la prova della temporanea situazione di obiettiva difficoltà. E questo può consentire anche a chi non è in crisi, ma magari ha in programma un ambizioso piano di espansione o di investimenti, di beneficiarne. In sostanza la rateizzazione semplificata può essere una soluzione interessante in molte situazioni e addirittura un’alternativa alla composizione negoziata della crisi o alle procedure concorsuali in molti casi. Ma attenzione, il mancato pagamento di otto rate (non più cinque) comporta la decadenza dal beneficio della rateizzazione. Anche se ciò non esclude la possibilità di richiedere la rateizzazione di un debito diverso da quello per il quale è intervenuta la decadenza.

Infine, è possibile ottenere una rateizzazione ancora più lunga, fino a dieci anni, e per importi maggiori dei 120 mila euro, ma bisogna produrre la documentazione che comprovi la momentanea difficoltà dell’impresa.

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