Su Italiaoggi il focus dell’inrl sugli assetti organizzativi nelle PMI


Per l’istituto i primi dati sull’accesso delle imprese alla composizione negoziata confermano l’importanza dei controlli contabili

In questi primi giorni di gennaio all’attenzione dell’INRL si è imposto il dibattito sulla crisi d’impresa e sull’utilizzo, ancora molto scarso, della composizione negoziata che ripropone l’annosa questione degli assetti organizzativi.  Una stretta attualità che ha già generato reazioni contrastanti e non c’è ancora chiarezza in merito alle migliori procedure da adottare tempestivamente per scongiurare crisi irreversibili nelle piccole e medie imprese. Di fatto occorre lavorare su una vera e propria ‘cultura’ della tutela contabile anche nelle piccole società: è questo il forte segnale che l’Istituto intende perseguire nelle interlocuzioni istituzionali e nell’attività di comunicazione delle prossime settimane. E si tratta di una urgenza nazionale se si considerano i dati recentemente diffusi da Unioncamere che nel corso del 2022 ha monitorato le oltre 1,2 milioni di srl iscritte al registro delle imprese ed ha rilevato che nemmeno l’1% di queste ha fatto ricorso alla composizione negoziata, strumento che al contrario è stato utilizzato da numerose SpA dotate di organo di controllo. Si deduce che l’importanza dell’assetto organizzativo nelle PMI è ormai vitale alla luce della grave crisi prodotta dalla pandemia e aggravata dalla guerra in Ucraina. In altre parole, come è stato giustamente messo in risalto in un recente articolo di ItaliaOggi le società strutturate, che si sono dotate di organi sindacali o di controllo, risultano più idonee nel fronteggiare la crisi e comunque riescono a prevenire la crisi molto più precocemente delle altre società. Nelle spa, in particolare, da un lato gli adeguati assetti permettono di conoscere con anticipo quei dati (carenza di flussi di cassa, indebitamento al di sopra di determinate soglie, ecc.) e dall’altro il serrato controllo contabile consente di prevenire le crisi e aumentare le chance di rilancio delle imprese. Ma di fatto il ricorso a questo strumento, ancora al di sotto dell’1% sul totale delle srl, dimostra fin troppo palesemente la mancanza di una cultura aziendale in grado di assicurare un virtuoso percorso nella vita di una impresa, spesso in balìa di variabili indipendenti come ha drammaticamente dimostrato lo tsunami del covid in questi ultimi due anni. Ora che, con il 2023, diventano cruciali le interlocuzioni anche col sistema bancario, una sana gestione dei conti rappresenta una condizione essenziale per tutte le Pmi. Come fa osservare il Presidente dell’Inrl, Ciro Monetta: “L’articolo 2086 comma 2, in vigore da marzo 2019, impone agli imprenditori di dotare la propria azienda di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili al fine di meglio intercettare eventuali indizi riguardanti la crisi d’impresa.   È opportuno sottolineare che la mancanza di adeguati assetti organizzativi provocherà una responsabilità diretta dell’amministratore rispetto alla situazione debitoria dell’azienda e/o per la mancata continuità aziendale. In sostanza, l’obbligo non è altro che quello di gestire in maniera oculata l’azienda, utilizzando tutti gli strumenti disponibili nel migliore dei modi. Gli adeguati assetti oltre al controllo della contabilità e l’organizzazione contabile, riguardano anche una serie di altre variabili intangibili, come ad esempio: organigramma, squadra aziendale, formazione del personale, innovazione tecnologica e molti altri fattori, interni ed esterni, che vanno ad influenzare la cd performance aziendale. Ovviamente l’applicabilità di questa norma diventa abbastanza complessa per le PMI, che, nella maggior parte dei casi, sono gestite a conduzione familiare. Quindi: sicuramente ben gestite da un punto di vista economico e per la soluzione di problemi, ma non certamente per quello che prevede la norma sugli adeguati assetti. Ciò imporrà a quest’ultime di impegnarsi a fare uno scatto di qualità per rispondere alle nuove richieste ed obblighi.  Ritengo poi utile ribadire che l’applicazione di questa norma necessiterà di uno sviluppo culturale dal punto di vista aziendale ma anche di un impegno, non indifferente, da parte di Revisori Legali, Commercialisti, Consulenti del Lavoro e Consulenti Aziendali, che dovranno necessariamente coadiuvare l’imprenditore in questo indispensabile adeguamento (qui il mio invito a tutti i professionisti contabili di intervenire tempestivamente nel dare le necessarie informazioni e linee guida ai propri clienti). In conclusione, bisognerà tornare al modello di gestione degli anni 70/80, quando c’era una maggiore cultura aziendale, o meglio: basso indebitamento, maggiore cura del risparmio e investimenti mirati alla crescita ed allo sviluppo. Oggi purtroppo è sotto gli occhi di tutti che la maggior parte delle aziende stentano ad andare avanti e producono sempre meno reddito. Molti imprenditori spesso si soffermano sul fatturato e sulla cassa senza minimamente analizzare quali sono i veri problemi dell’azienda. Quindi, alla luce di tutto ciò, è necessario diffondere una appropriata cultura aziendale fondata prevalentemente sull’insieme di valori, credenze e norme che dovranno essere necessariamente condivisi a partire dai titolari, managers, direttori e fino all’ultimo dei dipendenti (dal vertice alla base della piramide). Quindi il primo passo è proprio quello di condividere, confrontarsi e informare tutte le risorse umane su quelli che sono i principi sui quali si fonda l’organizzazione dell’azienda. Oggi più che mai, avere una buona cultura aziendale e adeguati assetti organizzativi servirà a facilitare la ripartenza e lo sviluppo delle piccole e medie aziende.” Alla luce di queste considerazioni, poi,  a breve ci saranno altre stringenti tematiche d’attualità sulle quali l’istituto intende mantenere un’alta attenzione: c’è infatti da verificare se la proroga dell’art.1-bis del Dl 118/2021, adottata a fine anno e relativa  ai termini per la nomina dei revisori nelle cosiddette ‘nano imprese’  avrà sortito l’effetto   di  avere anche in queste realtà un adeguato controllo contabile a tutela dell’impresa stessa, visto che proprio nella legge di bilancio è stato evidenziato che il revisore legale viene indicato come ‘garante’ dell’errore contabile. Così come sarà rilevante conoscere il volume di richieste d’iscrizione dei professionisti contabili all’albo dei gestori delle crisi d’impresa reso operativo il 5 gennaio scorso con un ‘click-day’ che in pochissime ore ha registrato alti indici d’accesso a riprova di un forte interesse ad assumere incarichi da tribunali o svolgere incarichi da professionisti indipendenti. Nondimeno il tema della convegnistica per il quale l’Inrl intende sollecitare i delegati ad organizzare incontri sul territorio con la fattiva partecipazione di referenti istituzionali.

Revisori News                                  

Invariato il contributo per l’iscrizione annuale al Registro        da versare entro il 31 gennaio

Dal Mefgiunge la conferma che anche per quest’anno rimane invariato il contributo annuale per i revisori legali che dovrà essere versato entro martedì 31 gennaio. L’importo che tutti i professionisti contabili iscritti nell’apposito elenco tenuto dal Mef dovranno versare, per l’iscrizione per l’anno 2023, è di 35 euro. Il contributo annuale non è frazionabile in rapporto alla durata di iscrizione nell’anno. Un apposito comunicato del Mef pubblicato, sul proprio sito, nella giornata del 4 gennaio 2023 specifica la tempistica e la modalità di questo assolvimento obbligatorio, pena la cancellazione dal registro. 

Consob: i revisori legali devono  valutare gli incarichi                        in società che gestiscono cripto-exchange                                      

E’ di fine anno un importante alert lanciato dalla Consob e forse non pienamente recepito da tutti i professionisti contabili alle prese con scadenze e rinnovi di consulenze: i revisori legali infatti sono stati invitati a svolgere un’adeguata valutazione dei rischi in sede di acquisizione e mantenimento di incarichi di revisione legale o di incarichi di assurance e servizi connessi relativi a società che gestiscono piattaforme di exchange e/o svolgono attività aventi ad oggetto l’emissione, l’intermediazione, il lending o il deposito di cripto-asset e/o prestano altri servizi in tale settore.  In un avviso pubblicato sulproprio sito a fine dicembre la Consob evidenzia che per il mercato e la borsa le peculiarità del settore dei cripto-asset, con i limiti che lo stesso presenta in termini di regolamentazione e trasparenza, le interconnessioni che caratterizzano i soggetti che a vario titolo vi operano, nonché gli effetti connessi agli eventi di default di primari operatori del settore, impongono alle società di revisione e ai revisori legali di innalzare, scrive letteralmente la Consob, “lo scetticismo professionale al massimo livello”.

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