nuovi studi professionali: per ottenere gli incentivi (800 milioni) , da nord a sud, tutto parte dalla formazione


Dal Sole24Ore.

Gli incentivi per aprire nuovi studi professionali partono dalla formazione, che servirà a orientarsi sia nella scelta dell’attività da avviare, sia nella costruzione di un solido business plan. Sessanta ore saranno la base minima per chi guarda ai contributi più bassi, ovvero al voucher da 40mila euro, duecento ore al massimo per chi, al contrario, punta al contributo più alto per l’autoimprenditorialità (massimo 200mila euro).

Questa almeno è l’ipotesi di lavoro su cui sta ragionando in attesa del varo del decreto direttoriale del Lavoro che dovrà stabilire in dettaglio tempi e modalità di accesso agli 800 milioni per il lavoro autonomo, garantiti da Autoimpiego Centro Nord e Resto al Sud 2.0. Ministero e enti coinvolti nelle procedure (Invitalia ed Ente nazionale del microcredito, in primo luogo, ma anche Sviluppo Lavoro Italia) stanno già delineando le attività da avviare, ognuno nel proprio ambito, per far partire al massimo entro l’autunno questi incentivi. Da ricordare infatti che una parte dei fondi – 100 milioni in particolare – arrivano dal Pnrr e vanno quindi impiegati entro giugno prossimo.

L’obiettivo per tutti è quello di far funzionare davvero questa macchina potente: la dote, appunto, di 800 milioni, è veramente imponente, ma i risultati, per ora, sono una scommessa.

Per i professionisti, infatti, la precedente edizione di Resto al Sud si è rivelata un flop: se dal 2018 questo incentivo – gestito da Invitalia – ha consentito di avviare in tutto 20mila progetti che hanno generato oltre 1,3 miliardi di investimenti a fronte di 1,1 miliardi di agevolazioni concesse, lato professionisti e attività autonome (partito un anno dopo) si registrano solo 600 progetti per 32 milioni di investimenti e 28,3 milioni di agevolazioni concesse.

Anche per questo, quindi, la macchina organizzativa stavolta è più complessa e cerca di affiancare i beneficiari dall’inizio alla fine dei progetti. Con una formazione di orientamento iniziale e un servizio di tutoring nella fase di start up.

Gli incentivi

Sono due agevolazioni “gemelle” con gli stessi destinatari, scopi e spese ammissibili. Si differenziano solo perché rivolte una al Sud, appunto, con Resto al Sud 2.0 e l’altra al Centro Nord, con Autoimpiego. Destinatari sono i giovani dai 18 ai 35 anni (non compiuti) disoccupati, inattivi o inoccupati (con redditi minimi) che vogliono intraprendere un’attività di lavoro autonomo o libero professionale, sia in forma individuale che associata e societaria. Resto al Sud 2.0 riceve la dote maggiore:356,4 milioni, mentre ad Autoimpiego Centro Nord ne sono assegnati 219,6

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