Dal Sole24Ore.
Ogni società appartenente a un gruppo che chieda di entrare nel regime di adempimento collaborativo (Cooperative Compliance) deve ottenere un’autonoma certificazione del Tax control framework (Tcf). L’agenzia delle Entrate, infatti, ha chiarito che non è consentito presentare un’unica certificazione, da parte di tutte le società soggette a direzione e coordinamento, attestante che il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi fiscali delle singole società è inserito in quello adottato dalla capogruppo. Oltre alla certificazione del Tcf della capogruppo, dunque, deve essere fornita, per ciascuna delle società istanti appartenenti al medesimo gruppo, un’autonoma certificazione.
Il contesto è quello dell’articolo 7, comma 1-quater del Dlgs 128/2015, così modificato dal Dlgs 108/2024, che ammette il cosiddetto ingresso per estensione nel regime di adempimento collaborativo anche per i contribuenti privi dei requisiti dimensionali ma appartenenti a un gruppo di imprese in cui almeno un soggetto li possiede.
In tal caso, anche gli altri soggetti appartenenti al gruppo – individuato in base al Codice civile – possono chiedere di entrare nel regime, a condizione che il gruppo adotti un sistema integrato (e certificato) di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale (Tcf).
Dalla lettura dell’articolo 6, comma 7, del Dm 212/2024, nella parte in cui prevede che il professionista abilitato rilascia la certificazione sia nei confronti dell’impresa che esercita «attività di direzione e coordinamento sul sistema di controllo del rischio fiscale», sia nei confronti delle singole imprese soggette a direzione e coordinamento che intendano aderire al regime di adempimento collaborativo, era nato il dubbio che la certificazione potesse essere “unica” per tutte le società.
Pubblicate sul sito dell’AdE le liste dei primi certificatori
Intanto trenta commercialisti ed esperti contabili e tre avvocati. In totale 33 professionisti. Sono i primi certificatori presenti nei rispettivi elenchi degli Ordini di appartenenza a essere già in campo per la certificazione del tax control framework (Tcf) per la cooperative compliance. Di fatto sono i professionisti che, in virtù dei titoli e delle competenze come stabilito dal protocollo d’intesa siglato ad aprile, hanno potuto accedere direttamente agli elenchi senza dover passare prima per i corsi formativi. A rendere note le liste (pubblicate sul sito dell’Agenzia) con i nomi è stato un comunicato congiunto di Entrate, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) e Consiglio nazionale forense (Cnf). Comunicato con cui viene anticipato che il corso per gli aspiranti certificatori dovrebbe partire entro fine ottobre. Al di là di quanto messo nero su bianco questo dovrebbe significare che a breve, molto probabilmente già tra fine settembre e inizio ottobre, dovrebbe essere annunciata la data di preiscrizione per il corso di formazione per avvocati e commercialisti. Anche dalla risposta e dall’interesse che arriveranno, dipenderà poi il tipo di articolazione didattica.
Ma non è l’unica partita aperta. I tempi di rodaggio dell’operazione richiedono un’ulteriore estensione per i tempi di certificazione delle imprese che avevano presentato istanza di adesione alla cooperative compliance lo scorso anno. La scadenza attuale è il prossimo 31 dicembre, ma la frontiera è destinata a essere spostata più avanti da un decreto del viceministro dell’Economia Maurizio Leo, di cui si attende l’ufficializzazione, per consentire alle società richiedenti e ai nuovi certificatori di apporre il bollino blu sul sistema di controllo e gestione del rischio fiscale in grado di aprire le porte al regime di adempimento collaborativo.