Dal Sole24Ore.
Una missione difficilissima quella di Efrag, il braccio operativo della Commissione europea che è chiamato a riscrivere e semplificare gli obblighi e gli adempimenti legati al reporting di sostenibilità. Lunedì termina la consultazione pubblica relativa alla bozza di semplificazione dei principi Esrs, messa a punto dopo che la Commissione ha chiesto di ridurre i costi per le imprese. Ieri, Chiara Del Prete, chair Efrag Sustainability reporting Teg, è intervenuta a Milano a un convegno promosso da Deloitte e Oic. Efrag è chiamato a «ridurre i costi regolamentari per le imprese, preservando gli obiettivi della direttiva Csrd. Nell’esercizio delle scelte – ha rimarcato Del Prete – l’opinione degli operatori è importate. Molte saranno le risposte alla consultazione. Intanto la Bce ha reso nota la sua posizione sottolineando l’importanza del corretto apprezzamento del rischio collegato in particolare al cambiamento climatico».
Nonostante il tema della sostenibilità ambientale, sociale e di governance risenta del contesto geopolitico mutato e si imponga una riflessione sulle modalità e sulla velocità del processo, anche per quanto riguarda il reporting, Valeria Brambilla, amministratore delegato di Deloitte, ha messo in evidenza come occorra trasformare questa policy in una leva di competitività a maggior ragione in un contesto economico e politico molto complicato.
Tutti gli intervenuti , rappresentanti di Assonime, Oic, professionisti, agenzie di rating, imprese, si sono ritrovati intorno alla considerazione che l’obiettivo sostenibilità è un punto di non ritorno, il problema è come delineare il percorso e quali strumenti utilizzare.
Quanto alla Ue, nella precedente legislatura c’è stata la corsa a definire obblighi e standard, mentre ora si cerca di frenare senza però dettare un quadro di riferimento e normativo chiaro. Per ora è certo solo lo stop di due anni agli obblighi che dal 2026 avrebbero dovuto coinvolgere progressivamente la platea delle altre imprese, al di là delle grandi realtà quotate. Queste, però, devono fare quest’anno i conti con i vecchi standard e forse dal prossimo anno applicheranno un set un po’ semplificato.
Efrag, tuttavia, agisce al buio, senza direttive politiche chiare e univoche.