Dal Sole24Ore.
Potenziare le prestazioni di welfare destinate ai liberi professionisti iscritti alla gestione separata Inps senza nuovi oneri per il bilancio dello Stato. È l’obiettivo del disegno di legge elaborato dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) e che ha iniziato il percorso parlamentare presso la Commissione lavoro della Camera (A.C. 2261).
L’iniziativa parte dalla considerazione che questi lavoratori hanno livelli di tutela, in termini di welfare, non equiparabili a quelli dei dipendenti o dei liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private. A ciò va aggiunto il fatto che, evidenziano le relazioni illustrativa e tecnica al Ddl, i contributi versati dagli iscritti per le prestazioni welfare determinano attualmente un gettito superiore alla prestazioni erogate. Si tratta dello 0,72% destinato a finanziare le prestazioni relative a maternità, assegni al nucleo familiare e indennità di malattia e degenza ospedaliera, nonché lo 0,35% dedicato all’Iscro, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, cioè una sorta di ammortizzatore sociale a cui si può accedere a fronte di un consistente calo del reddito da lavoro.
Gli interventi normativi che vengono proposti incidono su tre ambiti: maternità, malattia, Iscro. Sul primo fronte si vuole introdurre un importo minimo mensile all’indennità di maternità, pari al 150% dell’assegno sociale (che nel 2025 vale 538,69 euro). Attualmente l’importo dell’indennità di maternità giornaliera è pari all’80% di 1/365 del reddito derivante dall’attività svolta nei dodici mesi precedenti il periodo indennizzabile. Inoltre si dispone che l’indennità di congedo parentale sia erogabile anche senza sospensione dell’attività lavorativa