Rottamazione quinquies, il governo ha deciso: 108 rate in 9 anni


Dal Sole24Ore.

Un po’ a tutti. Ma senza esagerare. E soprattutto senza toccare la griglia rigida dei conti perché «la sostenibilità della finanza pubblica è la regola di condotta di questo Governo», come ha voluto ribadire Giancarlo Giorgetti nell’audizione serale alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Qualche ora prima, il ministro dell’Economia era seduto a fianco della premier Meloni nel vertice con i leader di maggioranza in cui è stata definito l’impianto delle misure della manovra più care agli alleati di Governo. Forza Italia incassa la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33%, centrale anche nell’agenda di FdI con il viceministro Maurizio Leo, ma non l’estensione dello scaglione a 60mila euro, chiesto a gran voce dagli azzurri ma giudicato troppo costoso (aggiungerebbe altri 2 miliardi ai 2,7-2,8 che cifrano la misura) anche in rapporto alla platea interessata. La Lega ottiene la rottamazione delle cartelle, che potrà allungare il calendario dei pagamenti fino a nove anni scanditi in 108 rate, ma con una serie di parametri che ne limiteranno la platea (e, appunto, i costi). E promette di arrivare in forma alleggerita anche lo stop all’incremento di tre mesi dei requisiti previdenziali per l’aggancio alla speranza di vita: il freno sarà pluriennale, togliendo solo una parte dell’incremento (probabilmente un mese) nel 2027 e un’altra nel 2028, e non riguarderà tutti, concentrandosi su determinate categorie di lavoratori giudicate più “meritevoli” di tutela.

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