Dal Sole24Ore.
La casse di previdenza dei professionisti possono vantare una storia di successo, e in trent’anni dalla privatizzazione hanno accumulato un patrimonio che oggi arriva a 130 miliardi. Con queste parole il presidente dell’Adepp (l’associazione degli enti di previdenza dei professionisti) Alberto Oliveti, ha aperto gli Stati generali della previdenza dei liberi professionisti che si sono svolti ieri a Roma. «Abbiamo rispettato il patto sociale con le nostre platee garantendo loro la pensione – sottolinea Oliveti – e contribuiamo alla fiscalità generale, quest’anno con 680 milioni di euro, e all’economia del paese dove investiamo il 38% delle nostre risorse». I giovani però, anche tra i professionisti, guadagnano troppo poco: «le entrate degli under 40 sono un terzo rispetto a quelle degli over 50 – racconta Oliveti – e questo fenomeno si riscontra in tutte le professioni e senza distinzioni geografiche o di genere».
La questione giovani è all’attenzione del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone che invita le casse ad evolvere ed ampliare l’attività di welfare: «Bisogna sostenere i giovani professionisti che intendano, ad esempio, rilevare studi professionali di colleghi anziani». Per Calderone bisogna concentrarsi sull’adeguatezza delle prestazioni e sulle trasformazioni in atto: «Il lavoro dei professionisti sta cambiando, dobbiamo capire come l’intelligenza artificiale impatterà sul lavoro e sulle professioni intellettuali, per questo sarà istituita una commissione del Lavoro».
Sul fronte dell’adeguatezza il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon invita a pensare a una previdenza di secondo pilastro; un’idea a cui Adepp sta già lavorando e che entrerà nel nuovo statuto dell’associazione in via di definizione.
NOTA: il secondo pilastro è il sistema di previdenza complementare finanziato congiuntamente da datori di lavoro e lavoratori dipendenti. Il suo scopo è garantire un tenore di vita adeguato in caso di vecchiaia, invalidità o decesso, integrando le prestazioni del primo pilastro
L’attuale governo è attento al futuro delle professioni liberali, ricorda dal palco ministro per gli Affari europei, il Pnnr e le politiche di coesione Tommaso Foti, come dimostrano i Ddl approvati in Consiglio dei ministri per la riforma degli ordinamenti professionali. «E anche sulle società tra professionisti – prosegue Foti – l’articolo 9 della legge sulla concorrenza, ora in commissione industria del Senato cerca di fare chiarezza», per sancire la maggioranza di soci professionisti (ndr).
A richiamare, senza citarlo, l’atteso (da 11 anni) decreto sugli investimenti delle Casse è stato il sottosegretario Federico Freni: «Avete ampliato i vostri patrimoni perché li avete investiti liberamente e bene, a questa libertà dovremmo improntare tutte le nostre regole che disciplineranno il sistema degli investimenti».