Da Fiscalrevisione.it
Gli organi di vigilanza, come CONSOB e MEF, negli ultimi anni hanno intensificato i controlli sulle società di revisione e sui singoli revisori proprio per verificare l’adeguatezza di questi approcci. L’attenzione si concentra non solo sull’accuratezza dei bilanci, ma anche sulla coerenza dei processi di audit con i principi internazionali e con le disposizioni nazionali, ponendo particolare attenzione alle situazioni che possono comportare conflitti di interesse o rischio di frodi.
Ai revisori legali viene quindi suggerito di mantenere uno scetticismo professionale costante e implementare procedure di verifica adeguate non è solo una raccomandazione, ma un vero e proprio obbligo normativo, il cui mancato rispetto può comportare responsabilità e sanzioni significative.
Secondo gli ISA 500 e 540, in particolare nei paragrafi 11, 14 e 22, il revisore deve:
- Identificare e valutare i rischi di errori significativi nei bilanci;
- Progettare e svolgere procedure di audit idonee a raccogliere evidenze sufficienti e appropriate;
- Rispondere in modo proporzionato a circostanze che possano indicare irregolarità o frodi.
La lezione pratica per i revisori è chiara: scetticismo costante, documentazione puntuale e procedure rigorose non sono optional, ma strumenti imprescindibili per la compliance e per la credibilità del mercato finanziario. Chi opera con diligenza, adottando un approccio proattivo nella valutazione dei rischi e nella raccolta delle evidenze, contribuisce a rafforzare la fiducia degli stakeholder e a ridurre il rischio di sanzioni da parte degli organi di controllo.