Da Euronews e La Stampa.
A Palazzo Chigi il vertice di maggioranza sulla legge di bilancio è durato circa due ore, mentre il testo andrà in Aula il 19 dicembre. “Per le modifiche alla manovra serve poco più di un miliardo”, dice il capogruppo di FdI al Senato Lucio Malan. Palazzo Chigi è orientato verso l’inserimento in manovra di un aumento dell’Irap per le grandi banche di mezzo punto. Questo porterebbe in totale a un prelievo di 2,5 punti consentendo un gettito di 200 milioni. Il testo, comunque da limare nei dettagli tecnici, potrebbe prevedere una franchigia per i piccoli istituti. Adesso l’oro, inserito nel Bilancio della Banca d’Italia come attività propria, con questa mossa diventerebbe ‘patrimonio dello Stato’. Bankitalia continuerebbe a gestirlo in nome del popolo italiano. Dunque l’Italia torna a discutere su chi possiede e decide il destino delle riserve auree del Paese che valgono oltre 250 miliardi di euro, se si tratta della Banca d’Italia o dei cittadini.Ma secondo l’ex direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi intervistato da ‘MilanoFinanza’ se questo emendamento dovesse diventare legge si scontrerà col Diritto Europeo e l’Unione Europea boccerà l’operazione ‘perchè secondo i Trattati le riserve auree sono delle banche centrali e l’uso nei bilanci pubblici è vietato. Per dovere di cronaca va detto che l’Italia ha circa 2452 tonnellate di oro nelle sue riserve, il terzo tesoro nazionale più grande al mondo dopo Stati Uniti e Germania.
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Nella giungla dei 414 emendamenti segnalati dai gruppi in Commissione Bilancio ben 105 sono stati dichiarati inammissibili, diciotto per materia e 87 per mancanza di coperture.
A superare il primo vaglio restano anche tre dei quattro emendamenti sulla sanatoria edilizia, mentre il quarto – quello che avrebbe imposto ai Comuni il rilascio obbligatorio dei titoli in sanatoria entro il 31 marzo 2026, richiamando le vecchie leggi del 1985, 1994 e 2003 – è stato invece fermato per mancanza di coperture. . Una cifra che restituisce senza filtri la scarsità di margini finanziari con cui la maggioranza è chiamata a negoziare i propri desiderata. Per i 18 emendamenti espunti per materia sarà possibile presentare rapidamente nuove proposte sostitutive. Molto più complessa invece la situazione dei 87 respinti per copertura: potranno essere riformulati, ma solo se accompagnati da una copertura credibile, in un quadro di risorse che resta rigidissimo.
Durante lo stesso dibattito, altri 105 emendamenti sono stati respinti e questo riflette l’estrema ristrettezza del margine fiscale entro il quale il governo sta cercando di rimodellare il bilancio.