Dal Sole24Ore.
La ricerca, effettuata dall’Osservatorio sulle libere professioni diretto da Tommaso Nannicini, evidenzia come nel 2024 il numero dei liberi professionisti sia arrivato quasi a 1,4 milioni, pari al 5,8% degli occupati e al 27,1% del lavoro indipendente. In ottica temporale, va registrata una ripresa della crescita dopo la pandemia: +0,8% tra il 2022 e il 2023 e +1,3% tra il 2023 e il 2024. Nell’ultimo decennio l’aumento è stato dell’8%, una performance migliore rispetto ad altre forme di lavoro autonomo. I livelli restano ancora inferiori al periodo pre Covid, con un calo del 3,4% rispetto al 2019.
La spinta maggiore arriva dai professionisti con dipendenti, saliti al 17,6% del totale (erano il 14,2% nel 2019), mentre i professionisti individuali calano (-7,2% negli ultimi cinque anni). E, dal 2014, al Sud si registrano gli aumenti più marcati (+17,7%), a seguire il Centro (+11,3%), mentre il Nord Ovest resta stabile (-1,0%) e il Nord Est cresce in modo più contenuto (+3,8%).
Nel complesso, le donne sono salite a 510mila (+19,9% in dieci anni), arrivando al 37% del totale, con punte del 40% nel Nord Ovest. Sono comunque ancora minoranza negli ambiti tecnici e finanziari (21-24%). Altra dinamica colta dal rapporto di Confprofessioni è la tendenza all’invecchiamento: gli over 55 passano dal 28,3% al 37,8% tra gli uomini e dal 13,6% al 22,5% tra le donne. Resta forte il divario di istruzione: nel 2024 il 78,2% delle professioniste è laureata, contro il 59,6% degli uomini.
In termini di divari merita un approfondimento anche il tema dei redditi. A guardare l’andamento in termini nominali tra il 2010 e il 2023 viene registrata una crescita del 18,6 per cento. Il problema è che in termini reali, ossia su quanto valgono davvero quei redditi, il segno è invece negativo: la discesa è, infatti, del 5,4% per quanto riguarda i liberi professionisti Adepp: si è passati dai 37.284 euro a 35.270 del 2023, ossia 2mila euro annui persi sul fronte del potere d’acquisto. Ma non solo, perché resta comunque profondo il solco delle differenze di genere. Gli uomini dichiarano 54.480 euro mentre le donne 29.051, vale a dire il 53% rispetto ai loro colleghi. È, inoltre, ancora evidente uno spread in termini generazionali. Come spiega il rapporto «i dati in valore assoluto confermano che il divario reddituale tra professionisti giovani e più maturi rimane ampio ma sostanzialmente stabile nel tempo: nel 2023 un professionista under 30 guadagna in media circa 17.000 euro, contro oltre 55.000 euro della fascia 50-60 anni».