Corte dei Conti sul Pnrr: progettualità inadeguata e lentezza dei ministeri


Sul Sole24Ore.

Una «generale inadeguatezza programmatoria» complica fin dai primi passi il cammino degli investimenti del Pnrr. Che poi inciampano su «ritardi nella selezione dei progetti da ammettere a finanziamento». Nella tappa successiva si manifesta inoltre la cronica «incapacità dell’amministrazione pubblica di impiegare le risorse stanziate». È ricca la lista degli ostacoli all’attuazione del Pnrr messi in fila dalla relazione annuale del collegio del controllo concomitante della Corte dei conti, che nella delibera 6/2023 condensa i risultati delle verifiche in corso d’opera sugli investimenti del Piano effettuati nell’ultimo anno.

La tempistica degli esami attivati dalla magistratura contabile è l’aspetto chiave di questa forma di controllo, che non agisce ex post con un meccanismo incompatibile con la fitta agenda del Piano, ma interviene in modo, appunto, «concomitante», per individuare in tempo reale errori e possibili contromisure. I problemi emergono lungo tutta la filiera degli interventi e mescolano, in misura quasi uguale, responsabilità centrali e locali.

La radiografia è a tutto campo e ha riguardato fin qui 38 interventi (32 Pnrr e 6 del Piano nazionale complementare) su un totale di 225 approvati dal governo, per un valore di 52,7 miliardi sui 222 complessivi.

La debolezza progettuale aggravata dalla «estrema eterogeneità» degli interventi e dalla «assenza di elementi sulla congruità del dimensionamento finanziario» ha coinvolto tutti, ministeri ed enti territoriali che hanno fatto la corsa a inserire i propri piani all’interno del calderone del Pnrr. I «ritardi nella selezione dei progetti da finanziare» sono invece soprattutto un problema delle amministrazioni centrali, titolari degli interventi del Piano, e spesso si sono rivelati tali da «comportare la necessità di una revisione del cronoprogramma».

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