Dal Sole24Ore.
La composizione negoziata accelera e si conferma uno strumento adeguato per affrontare la crisi di impresa, tanto più efficace quanto più tempestivamente applicato.
Secondo il report pubblicato ieri da Unioncamere, nell’ultimo semestre – da novembre 2024 al 31 maggio scorso – sono state 905 le istanze depositate, con una crescita più che doppia rispetto al semestre precedente (erano 410). Dal debutto dell’istituto, avvenuto nel novembre di quattro anni fa, sono quasi 3.000 le istanze presentate dalle imprese in difficoltà.
A incidere sulla decisione di negoziare l’uscita dalle sofferenze finanziarie pesa, giustificando l’exploit dei numeri, la sopravvenuta possibilità di sottoporre a transazione anche i crediti fiscali, opzione che sta spingendo in alto i numeri dei tavoli tra creditori e debitori.
L’incremento delle domande porta con sè anche la crescita delle percentuali di successo di questo istituto stragiudiziale, introdotto per consentire il risanamento delle aziende in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario: 295 a maggio, 90 in più rispetto al mese di novembre del 2024. In aumento, di conseguenza, anche il tasso di successo, che nel corso del I trimestre 2025 è pari al 22,5%.
In Lombardia si registra il più alto numero di istanze (circa una domanda ogni quattro presentate complessivamente), seguita dal Lazio (10,5% del totale), dall’Emilia-Romagna (10,1 % del totale) e dal Veneto (9,1% del totale).
Quanto ai settori più interessati dalla crisi – e quindi dal ricorso alla composizione – sono relativi alle imprese dei servizi e della manifattura e, tra queste le aziende per le quali la composizione negoziata si è conclusa positivamente risultano più grandi di quelle che hanno registrato un esito negativo, sia in termini di lavoratori (53,4 contro 27,5 in media) sia di attivo di bilancio (33 milioni contro 9 milioni di media).