Da Cantiereterzosettore.it
Il codice del Terzo settore (dlgs 3 luglio 2017, n. 117) ha realizzato la riforma complessiva del Terzo settore attraverso soprattutto la sua perimetrazione legislativa e la definizione soggettiva degli enti del Terzo Settore che lo compongono e degli elementi oggettivi da cui questa dipende (su tutti lo svolgimento delle attività di interesse generale ex art. 5 Cts).
Il codice – a cui hanno contribuito anche altri atti normativi, quali, ad esempio, il decreto sull’Impresa sociale (dlgs n. 112/2017) e numerosi decreti ministeriali – si sostanzia difatti, nella creazione di uno spazio giuridico nel quale l’autonomia privata, in adempimento del principio di solidarietà e senza scopo di lucro, svolge attività di interesse generale ed è sottoposta a obblighi di trasparenza e a forme di controlli ulteriori.
Il funzionamento di questo sistema assegna alle Regioni un ruolo non trascurabile.
Oltre infatti lo spazio dell’autonomia regionale previsto dal sistema di riparto delle competenze tra Stato e Regioni già delineato in Costituzione, il codice del Terzo settore rinvia esplicitamente all’autonomia regionale in alcune fasi attuative.
Si pensi al tema dei rapporti con la pubblica amministrazione (art. 55 Cts), che rimanda esplicitamente al ruolo che ciascuna amministrazione, anche territoriale, deve svolgere nell’assicurare il “coinvolgimento attivo” degli enti del Terzo settore nell’esercizio delle proprie funzioni, anche declinando – nel rispetto di quanto previsto dalla legge 241/90 – un proprio procedimento di “amministrazione condivisa” (co-programmazione, co-progettazione). Si pensi anche alle misure a carattere fiscale e alla possibilità di definire misure di vantaggio per i tributi regionali (art. 82 Cts), oltre all’istituzione dell’ufficio regionale del registro unico del Terzo settore (art. 45 Cts) e all’accesso al fondo sociale europeo (art. 69).
Ciò premesso, dall’entrata in vigore del codice del Terzo settore in alcune Regioni e Province autonome sono state adottate leggi che disciplinano in modo organico e completo il Terzo settore. Queste sono:
- Toscana (legge regionale 22/07/2020, n. 65) “Norme di sostegno e promozione degli enti del Terzo settore toscano”, pubblicata nel Bollettino ufficiale Toscana 29 luglio 2020, n. 73, parte prima. Per maggiori approfondimenti si può consultare l’articolo “Toscana: una legge per regolare il rapporto tra Terzo settore ed enti pubblici”;
- Molise (legge regionale 07/10/2022 n. 21) “Disciplina del terzo settore”, pubblicata nel bollettino ufficiale Molise 15 ottobre 2022, n. 49;
- Emilia-Romagna (legge regionale 13/04/2023, n. 3) “Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell’amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva”, pubblicata nel Bollettino ufficiale Emilia-Romagna 13 aprile 2023, n. 101;
- Piemonte (legge regionale 25/03/2024, n. 7) “Norme di sostegno e promozione degli enti del terzo settore piemontese”, pubblicata nel B.U. Piemonte 21 marzo 2024, n. 12, S.O. 25 marzo 2024, n. 4. Per maggiori approfondimenti si può consultare l’articolo “Cosa prevede la nuova legge piemontese sul Terzo settore”;
- Bolzano – Provincia autonoma (legge provinciale 08/07/2025 n. 7) “Istituzione dell’Elenco provinciale degli enti che svolgono attività di interesse generale e disposizioni in materia di Terzo settore”, pubblicata nel Bollettino ufficiale Trentino-Alto Adige 10 luglio 2025, n. 28, supplemento n. 6.
- Puglia (legge regionale 11/07/2025, n. 11) “Disposizioni in materia di promozione dell’attività degli enti di Terzo settore”, pubblicata nel Bollettino ufficiale Puglia 14 luglio 2025, n. 56.
Si ricorda, inoltre, che molte realtà regionali hanno approvato normative di dettaglio su alcuni temi specifici. Tra queste, inoltre, si segnala la legge regionale 06/03/2023 n. 2 dell’Umbria che legifera su “Disposizioni in materia di amministrazione condivisa”, pubblicata nel Bollettino ufficiale Umbria 8 marzo 2023, n. 13, S.O. n. 1. Per maggiori approfondimenti si può consultare l’articolo “Amministrazione condivisa, anche la Regione Umbria approva una legge per favorirla”.