Ragioneria dello stato: competenze estese a sindaci e revisori sui contributi statali


Dal Sole24Ore.

È stato diffuso un nuovo Dpcm attuativo dell’articolo 1 comma 857 della legge 207/24 (con la bollinatura della Ragioneria) per definire e monitorare i contributi di entità significativa erogati a carico dello Stato. Sono considerati tali i contributi erogati da amministrazioni centrali dello Stato, purché ricorrano due condizioni cumulative: i) destinazione dei fondi alla realizzazione di finalità o progetti di interesse pubblico (esclusi i contributi di natura corrispettiva, i crediti d’imposta; quelli a favore di società quotate, degli Ets eccetera si veda il Sole del 18 marzo scorso); ii) importo del contributo superiore a un milione annuo, oppure – anche se inferiore – pari almeno al 50% delle entrate o del valore della produzione del beneficiario. Il decreto trova applicazione per i contributi percepiti dal 1° gennaio 2025, con la possibilità per i beneficiari di rinunciare ai fondi, evitando così l’assoggettamento agli obblighi di verifica e comunicazione. La norma pone al centro del sistema di vigilanza gli organi di controllo interni – collegi sindacali o revisori, anche monocratici – a cui è affidato il compito di verificare che l’utilizzo dei contributi avvenga nel rispetto delle finalità previste e che i progetti finanziati siano effettivamente realizzati.

Le verifiche devono confluire in una relazione annuale indirizzata al ministero dell’Economia, da trasmettere entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di erogazione. Nel caso in cui l’ente non disponga di un organo di controllo, è previsto l’obbligo di costituirlo, anche in forma monocratica, mediante le necessarie modifiche. Il mancato invio della relazione o la constatazione di un utilizzo improprio rilevano ai fini dell’eventuale esclusione da successive erogazioni o dal rinnovo dello stesso contributo nella successiva annualità.

I soggetti erogatori, entro il 28 febbraio, comunicano alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministero ell’Economia gli esiti della attività di ricognizione. L’Economia dovrà, entro 90 giorni, stabilire le modalità telematiche di trasmissione delle relazioni e le disposizioni operative. Il provvedimento segna un passo importante verso una maggiore tracciabilità e responsabilizzazione nell’uso delle risorse statali. La scelta di affidare ai revisori e ai collegi sindacali (che si troverebbero ad effettuare un compito non rientrante de plano nell’articolo 2403) un ruolo di verifica sostanziale – non solo contabile – amplia il perimetro dei controlli interni e rafforza la funzione di garanzia nei confronti dell’amministrazione finanziatrice. Da un’altra angolazione, ci sarà un aumento degli oneri di compliance per enti e fondazioni di medie dimensioni, che dovranno adeguare i propri assetti di governance.

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