Crisi d’impresa: sì del Senato alla composizione negoziale


Sul Sole24Ore la cronaca parlamentare sulla procedura di composizione negoziale della crisi d’impresa per evitare che una fase di temporanea difficoltà si converta quasi automaticamente in insolvenza». E poi conferma la volontà di procedere a breve all’istituzione di una commissione con il compito di elaborare in tempi assai brevi, «verosimilmente non più di 60 giorni», un progetto di riforma anche della parte penale della Legge fallimentare, rivedendo, nel segno di una minore astrazione e maggiore tassatività, le varie fattispecie di bancarotta.

Su un nuovo intervento per la parte civilistica è intanto al lavoro la prorogata commissione presieduta da Ilaria Pagni che avrà il compito, tra l’altro, di adeguare la nostra legislazione fallimentare alla nuova direttiva sull’insolvenza. Con particolare attenzione per tre elementi:

O quadri di ristrutturazione preventiva per il debitore in difficoltà finanziarie per impedire l’insolvenza e garantirne la sostenibilità economica;

O procedure che portano all’esdebitazione dai debiti contratti dall’imprenditore insolvente;

O misure per aumentare l’efficienza delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione.

Nel provvedimento approvato ieri trova posto innanzitutto un pacchetto di rinvii. In primo luogo quello del Codice della crisi che viene fatto slittare al 16 maggio 2022, mentre le sole misure di allerta vengono fatte entrare in vigore il 31 dicembre 2023. Un anno in più di tempo, poi, per l’obbligo di adozione dell’organo di controllo interno da parte delle società a responsabilità limitata, il vincolo di fatto scatta con l’approvazione dei bilanci del 2022, quindi nel corso del 2023.

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