Professionisti: per le consulenze ‘low cost’ o gratuite si rischiano sanzioni


Sul Sole24Ore di oggi una disamina sui compensi dei professionisti.

Pubblicizzare prestazioni e consulenze gratuite o a prezzi stracciati può costare caro ai professionisti dal punto di vista disciplinare. Farsi promozione offrendo servizi a prezzi irrisori rischia infatti di ricadere nella violazione di specifiche regole deontologiche in materia di informazione sull’attività professionale: attrarre la clientela con mezzi suggestivi e incompatibili con la dignità e il decoro della professione – a partire dal richiamo a servizi gratis – può portare a sanzioni che spaziano dall’avvertimento alla sospensione.

La correttezza della pubblicità da parte degli studi, in un equilibrio delicato tra libera concorrenza e deontologia, è tema sempre attuale, soprattutto se calato nel mare magnum della rete e delle piattaforme social, in particolare sul fronte dei compensi, vista la mancanza di tariffe minime (abrogate da anni) e la solo parziale efficacia (limitata alla «committenza forte») dell’attuale disciplina sull’equo compenso.

Previous La proposta dell'Inrl per l'organismo unitario delle professioni contabili sulle agenzie di stampa nazionale
Next Crisi d'impresa: le commissioni parlamentari riconoscono il ruolo chiave di revisori e sindaci, ma motivano la proroga per le nomine in srl