Composizione negoziata: dopo una settimana solo 80 domande dalle imprese e vuoto l’elenco degli esperti


In un articolo del Sole24Ore si fa il punto – dopo una settimana – sulla partenza molto rallentata della composizione negoziata.

Sono 82 le domande di accesso alla composizione negoziata della crisi sinora presentate; 9 quelle depositate e già “processate”; 150 gli accessi alla parte pubblica della piattaforma e circa mille quelli alla parte riservata. Numeri che tracciano il bilancio della prima settimana di operatività della nuova procedura e che sono stati presentati da Unioncamere al tradizionale convegno autunnale dell’Associazione albese studi di diritto commerciale che quest’anno si è concentrato sul tema «Ce lo chiede l’Europa – Dal recupero dell’impresa in difficoltà agli scenari post-pandemia: 15 anni di riforme».

Sandro Pettinato, vicesegretario di Unioncamere, nel considerare «incoraggiante» l’esito dei primi giorni ha anche sottolineato come ancora ci siano significativi passi da compiere prima di potere ritenere assestato il quadro delle misure organizzative. A mancare sono soprattutto gli esperti, visto che, al momento, nessuno è in grado di farsi carico delle domande, visto che nessun professionista ha completato il percorso di formazione (55 ore) previsto. Su questo punto, tra l’altro, Pettinato è stato netto nel negare validità a inserimenti provvisori nell’elenco, con impegno a completare a breve le ore previste.

Pettinato ha poi sollecitato anche una modifica alla disciplina attuativa per dare un po’ più di respiro nella scelta del nominativo dell’esperto, in maniera tale da potere meglio individuare la figura professionale più idonea alla complessità del caso da trattare.

A essere state costituite sono poi, per ora, 15 delle 21 commissioni previste per la scelta dell’esperto. Dove in alcuni casi emergono componenti con profili non del tutto esenti da criticità sul piano del conflitto d’interessi, come direttori di banche o presidenti di locali Consigli degli ordini professionali interessati.

In termini sistemici, per Luciano Panzani, già presidente della Corte d’appello di Roma «la composizione negoziata non sostituisce pienamente l’allerta perché richiede l’iniziativa dell’imprenditore, a tanto incentivato dalla vigilanza dell’organo di controllo. Nelle imprese individuali e nelle società prive di organo di controllo manca per il momento un’adeguata vigilanza».

A un approccio il più possibile “laico” al nuovo strumento, ha esortato anche la presidente della commissione ministeriale di riforma, Ilaria Pagni. E certo andrà verificato, tra qualche mese, se la procedura sarà stata in grado di intercettare e scongiurare almeno una quota dei 5.000 fallimenti che, sulla base dei dati fronti da Silvia Giacomelli, di Banca d’Italia, rappresentano l’insolvency gap cumulato nel biennio 2021 rispetto al 2019 (quindi in assenza di shock), circa 3.500 nel 2020 (-30%), circa 1500 nel 2021 (-15%).

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